Condizioni che comportano un’instabilità in qualsiasi circostanza o posizione, i disturbi dell’equilibrio incidono sulla postura, l’orientamento e il movimento del paziente che ne soffre, rendendo difficile lo svolgimento delle più semplici attività quotidiane.
In pratica, se si sta fermi, seduti, in piedi o sdraiati la sensazione è sempre la stessa: stare in un movimento costante, come se si stesse girando all’infinito.
I disturbi dell’equilibrio riguardano circa il 5/10% della popolazione e si presentano con maggiore frequenza a partire dai 40 anni di età; per individuare la causa del problema, è necessario rivolgersi a uno specialista che potrà escludere patologie o individuarne l’origine.
Gli esami clinici e strumentali per fare una corretta diagnosi sono diversi e uno di questi è il test della marcia. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Test della marcia sul posto: cos’è
Quando il nostro corpo manifesta una perdita del senso di equilibrio, il primo sintomo che avvertiamo è la vertigine, ovvero quella percezione di movimento illusoria.
Il controllo dell’equilibrio richiede l’integrazione di almeno tre sistemi sensoriali (visivo, vestibolare e somatosensoriale) a livello del tronco encefalico e del cervelletto.
Può capitare che questi non funzionino bene singolarmente, oppure che non riescano a integrarsi in modo ottimale: in questi casi, si avvertono sensazioni disturbanti come vertigini, visione confusa e instabilità spesso seguite da senso di nausea, vomito o cefalea.
Il Test della marcia sul posto o anche Test Fukuda Unterberger è una delle prove che si possono effettuare per verificare la funzionalità dell’organo dell’equilibrio, ovvero l’apparato vestibolare.
Questo serve infatti a valutare se i sintomi disturbanti del paziente (es. vertigini) sono dovuti a lesioni sul cervelletto o all’interno dell’orecchio.
Sai come viene eseguito?
Come si esegue il test della marcia
Il test della marcia ha l’obiettivo di raccogliere informazioni utili a stabilire la natura del disturbo di equilibrio di un paziente.
Per eseguirlo correttamente, è necessario che:
- Il paziente resti con gli occhi chiusi o coperti;
- la stanza sia silenziosa e le luci siano omogenee.
Lo svolgimento del test prevede che il paziente cammini per 30 secondi, elevando le ginocchia di circa 45° (l’elevazione deve essere sufficiente ma non eccessiva), con lo sguardo rivolto in avanti e la mandibola in posizione di riposo.
Se il paziente non riesce rimanere nella stessa posizione e inizia a ruotare o torcersi (generalmente nella direzione del danno), è possibile che vi sia una lesione al cervello o un danno al labirinto.
Tuttavia, è sempre consigliabile ripetere il test o farne di ulteriori per confermare i risultati e ottenere ulteriori informazioni per stabilire la gravità del problema di equilibrio.
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